Lo Spazio è ormai entrato nel vissuto quotidiano di ognuno di noi: ad esempio, quando usiamo il nostro smartphone (il 50% delle app funziona solo grazie ai dati di posizione forniti dai satelliti come Galileo o GPS) o quando si parla controllo delle infrastrutture critiche, senza dimenticare la sicurezza delle transazioni e dei dati bancari, ed il monitoraggio della salute della Terra. E poi pensiamo alla nuova frontiera dell’esplorazione spaziale, di chi viaggia e viaggerà verso la Luna o Marte, e di chi si proietterà nei più remoti angoli dello Spazio profondo.
Insomma, un settore strategico e dal grande potenziale di business. Già nel 2020 sono stati investiti nell'economia legata allo Spazio circa 70 miliardi di euro, che hanno generato un valore pari a 300 miliardi di euro; un ammontare che, agli attuali tassi di crescita, salirà a circa 450 miliardi nel 2030.
Leonardo, la principale realtà manifatturiera italiana, oggi copre il 70% del settore Spazio in Italia ed è al vertice di una filiera ad altissima specializzazione, che fa del nostro Paese un protagonista di assoluto rilievo nel panorama mondiale e che abbraccia l’intera catena del valore: progettazione e realizzazione di satelliti e infrastrutture orbitanti, produzione di equipaggiamenti e sensori high tech, gestione dei servizi satellitari e realizzazione di sistemi di propulsione e lancio. Capacità che l’azienda esprime con le competenze sviluppate nell’ Elettronica e che ha valorizzato anche grazie alle società Telespazio e Thales Alenia Space.
Leonardo, nell’ambito di una cooperazione con centri di ricerca e accademie nazionali e internazionali, è responsabile dello sviluppo e della produzione nello stabilimento di Nerviano (Mi) di trivelle, bracci robotici, orologi atomici e pannelli fotovoltaici: equipaggiamenti ad altissimo contenuto tecnologico per l’esplorazione spaziale, il posizionamento o per l’alimentazione dei veicoli spaziali.
Ecco, dunque, il Sample Transfer Arm, il braccio robotico che contribuirà a portare i campioni di Marte sulla Terra nell’ambito del programma Mars Sample Return, guidato dalla NASA in collaborazione con l'ESA. Un gioiello della tecnologia, basato su sofisticati algoritmi di robotica e meccatronica, capace di vedere e agire in maniera autonoma in un ambiente straordinariamente difficile e complesso come quello marziano per svolgere tutti i compiti richiesti dalla missione: identificare ed estrarre le provette dal rover Perseverance o sollevarle dal suolo, inserirle nel contenitore e chiudere il suo coperchio prima del lancio da Marte sul Mars Ascent Vehicle.
Prendiamo poi i pannelli per l’alimentazione del modulo di servizio europeo di Orion, il veicolo spaziale della missione Artemis, il cui obbiettivo è quello di creare le condizioni per lo stabilimento di una presenza umana permanente sulla Luna, o gli orologi atomici all’idrogeno, che costituiscono il cuore del sistema satellitare europeo Galileo e che contribuiscono a garantire l’incredibile precisione a terra di circa 30 cm.
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